Francesco Delli Carri
nel libro “Naturalia confronto fra l’uomo e la natura”
dicembre 2017
La freschezza dei dipinti di Olga attingono a piene mani dal suo bagaglio culturale, senza mostrar titubanze o incertezze. Il tratto significativo, pur nell’umidità dei colori ad acqua, non perde efficacia, nè deborda irrazionalmente ma va ad esaltare i significati contenuti nell’opera. Pochi segni, anche essenziali contengono spazi e luci che solo giornate particolari riescono ad offrirci e che Lei ben conosce, aleggia una certa spiritualità in essi, si vive quella natura che acquieta gli animi. Sono il segno di una solarità ideale che è propria dell’artista e le detta i tempi di realizzazione ma soprattutto di composizione. La costruzione del dipinto, nella sua preponderanza chiama attenzione, allontanando da sè ogni banalità retorica, ed attua un percorso di indelebile visione: la trasformazione dall’essenza ideale al tratto che crea l’effetto sulla carta o tela che sia. Olga tra le sue doti ha la semplicità che la porta, con pochi tocchi, a dar vita ad itinerari onirici, forse sempre desiderati o realmente vissuti a cui magari è ancora affezionata, ma di questi, niente soffre per una incerta ispirazione. Rappresenta nella sua pienezza, la definizione di artista: Olga è uno spirito libero che sperimenta in continuazione, la sua arte è vissuta nella realtà, come spunto, come occasione di incontro e di confronto, ella è infatti alla ricerca di rinnovati stimoli che possono arrivare da verifiche con opere di altri o cimentandosi in nuove espressioni creative. Porsi al vaglio di valenti colleghi o critici non è mai negativo. Le sue prospettive, prendono corpo e dettano distanze cromatiche con l’essenzialità dei toni, mai sopra le righe, da cui prendono origine, vige un rispettoso connubio tra ispirazione e tecnica, fino a comporre opere di ampia soddisfazione. L’artista realizza, vive la sua arte con piacevole applicazione, giocando il suo tempo tra pittura e scultura e per raggiungere il giusto equilibrio della tridimensionalità, “si” propone a lunghe sessioni in cui il disegno ha il sopravvento. Studi anatomici, visioni ambientali che formano senza timore le capacità indispensabili per celebrare il manufatto, sia esso in marmo o materiale diverso, si apre un mondo nuovo a cui Olga pone la sua attenzione con la professionalità che la distingue. Il marmo nelle sue accezioni diverse, si offre come soluzione ideale, parzialmente lavorato, in alcune parti mantenuto nel suo greggio naturale ed in altre particolarmente definito con la perizia di chi con questo sembra aver sempre avuto la giusta dimestichezza. Su questo palcoscenico artistico, si creano due dinamiche coincidenti: Olga che tende a togliere solo il necessario alla materia, per indicarci che in esso si nascondeva già il soggetto portato alla luce e la scultura che la invita, la sprona a spogliarla della sua materia per mettere in luce ciò che in essa è contenuto.
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Salvatore Ragonesi
L’artista italo-svizzera Olga Angela Mattioli e la visione neoplatonica della natura
24.10.2017
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Prof.ssa Elisabetta Costi
Docente presso la “Scuola di Restauro e Pittura”
Corte di Lavacchio Massa-Carrara
giugno 2017
Ho avuto il piacere di aprire la mostra di Olga a Carrara, presso la “Galleria del Borgo” per presentarla artisticamente ad amici e conoscenti ma anche ai numerosi avventori che si sono aggiunti attratti dalle sue opere così particolari ed interessanti.
È Olga Angela un’artista poliedrica e creativa che si esprime graficamente, pittoricamente ed anche come scultrice. Olga è di Lugano e qui ha acquisito scolasticamente le basi del disegno, dell’acquerello e le impostazioni proporzionali dell’opera.
Queste basi strutturali le sono servite per raggiungere il suo obiettivo estetico ma anche etico: la gioia che ci trasmette la natura. Tutto in lei volge a questo fine, anche la predilezione per l’acquerello: tecnica che le permette quei risultati di particolare freschezza ed immediatezza.
Ritrarre la natura è il suo modo di esaltarla poiché in essa lei trova un sentimento che accende i suoi, quindi trasforma il naturalismo in lirismo.
Olga dipinge con pochi riferimenti disegnativi ed il suo interesse stilistico primario è la luce, luce che investe l’oggetto e lo trasforma in colore diventando così la grande protagonista della sua opera. Ma questa luce vuole rappresentare anche il suo sentimento nato dalla visione della natura, per cui diventa un’impressione-espressione.
C’è un filo conduttore in tutte le creazioni di Olga, dalla scultura alla poesia la lettura è la medesima: gioia, natura, entusiasmo, emozione.
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G. Bellardinelli
nel libro “Nel giardino dell’artista tra i fiori della sua tavolozza”
agosto 2017
Le opere di Olga Angela Mattioli riescono a trasmettere un senso di quiete e gioiosità. Un’innata sensazione che esalta e stimola gli animi al cospetto dei suoi lavori, la disponibilità dell’artista a raccontare con i colori ad acqua le sue ispirate sensazioni ancorate a ricerca di spazio e di soluzioni anche eteree, da adito a soggetti che attingono vitalità dalla loro forza naturale. Non è casuale che in tutte le sue rappresentazioni non esistano forme di delimitazione o barriere ideali che possono frenare o impedire il volo verso ambizioni libertarie. I giochi cromatici che Olga usa per immortalare le sue sensazioni contribuiscono a facilitare la lettura delle sue creazioni e dettano tempi giusti per la loro comprensione. La stesura su campiture in carta adeguata, dei suoi tratti e dei suoi segni, altro non sono che il compimento e la soddisfazione di un progetto celebrale che si offre alla nostra vista.
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Claudio Giannini
nel libro “IIIa Biennale dell’acquerello e del disegno”
gennaio 2019
Solitamente nella ricerca artistica, si concede al pittore di perlustrare il suo mondo nei termini di ampia libertà, con divagazioni che arricchiscono il tratto, la descrizione ma soprattutto l’intento della proposta. Olga si presenta a noi ed al giudizio di una vasta platea interessata, con un ampia produzione che svaria tra i lavori in marmo, dove riconosciamo il tratto sicuro e colto di chi incide la materia con il rispetto dell’amante, alle descrizioni pittoriche legate all’ambiente ed al doveroso suo afflato verso di esso e risolte con la delicatezza dei colori ad acqua…vedute alpestri, pianure rilassanti, corsi d’acqua gestiti con la dovuta maestria, alla base di queste sue espressioni, francamente emerge l’essenza di ogni esperienza…il disegno, su un candido foglio, in una simbiosi naturale. Un Fabriano bianco che invita al tratto, ma nella sua pulizia incute anche un timore reverenziale fino ad elogiare la bravura, ma non concede alcun errore o imperfezione grafica…Olga va oltre le difficoltà, gioca sulla bidimensionalità e riesce a far emergere tra i suoi chiaro-scuri ben distribuiti, spessori che staccano il soggetto dal fondo, creando variazioni visive che anticipano l’ iter alle soluzioni scultoree.
Da una cultura letteraria di base, forgiata con la didattica, Olga perviene alla definizione dei suoi intenti in forma graduale, con risultati che portano all’elogio della qualità ottenuta ma anche per la forza che Lei infonde nella realizzazione.